Ma eravamo solo al'inizio di una vera rivoluzione nell'ambito dei cinquantini: nel 1969 usciva il Cross Special 69, caratterizzato da un disegno equilibrato e sovradimensionato, che faceva apparire grande anche un 50ino con ruote da 19 e 17: meraviglioso codone in fibra che includeva un ampio e rigido sellone, forcella Ceriani e parafango anteriore "a becco" in fibra di vetro accompagnavano un telaio doppia culla che racchiudeva il cattivissimo Motore Minarelli P4 SS, che se codice con carburatore da 14 sviluppava 1,5 cv, ma con carburatore da 18 e preparato da Gori emanava una potenza "indescrivibile" (8 cv? Forse). Il costo? 220.000 lire.
ASPES CS 69
L'anno 1970 vede in vendita nei cinquantini il CS 70 e lo Junior 70, mentre nei 125 viene regalato da Aspes il primo "Apache", primo modello battezzato con nomi di tribu' di pellerossa, che monta Forcelle Ceriani, forcellone oscillante montato su boccole elastiche e Motore Maico a disco rotante, accreditato da 18 cavalli.
Aspes Junior 70
ASPES CS 70
Nello stesso anno, Piermario Sorrentino, figlio di Teodosio, entra in ditta e convince la Amministrazione a realizzae un modello da velocita' in grado di competere nel Campionato italiano Junior di Velocita'.
L'anno 1971 e' nuovamente anno di cambiamento per l'Aspes: viene presentato al Salone di Milano il Navaho 50, caratterizzato dai carter neri, che sara' portato in gara vittoriosamente da Felicino Agostini, fratellino del Campionissimo, ed impiegato nelle competizioni "Cadetti" da tanti altri ragazzini.
Nelle versioni Cross Casa e Cross Competizione, e per l'uso su strada in versione Codice, il modello ha un successo strepitoso, montando forcelle di produzione Aspes, telaio rinforzato, ammortizzatori Girling e soprattutto un nuovo motore Minarelli a 6 marce, che assicurava potenza, resistenza ed affidabilita'. Il motociclo era caratterizzato da strutture in fibra di vetro, di originale disegno e colorate con miscele metallizzate. Un delirio fra i ragazzi.
Lo stesso motore era anche montato sul modello stradale, che montava ancora il cilindro del tipo precedente. Al Salone di Milano era stato anche presentato il prototipo del 125 Junior Velocita' che montava il primo motore prodotto da Aspes, con progetto e realizzazione del tecnico Gianfranco Maestroni gia' della Yamaha ed adesso dedicato allo sviluppo di Aspes. Il primo motore aveva i carter in magnesio, fusi dalla FLAM, l'azienza che realizzava componenti per l'industria aeronautica e la MV Agusta. Il motore usava l'albero a gomiti della Yamaha 250 bicilindrica ed il cilindro in ghisa aveva i travasi sdoppiati a tre luci.
Con il nome Hopi, l'anno successivo, sarebbe diventato un oggetto di culto fra i sedicenni:
Nel 1972 viene sostenuto il progetto del Navaho aggiornandolo leggermente, e con carter in lega color neutro, mentre nei 125 entra sul mercato l' Hopi 125 con motore Aspes.
Nel 73 viene presentato la Juma, motocicletta leggera da velocita' con motore derivato dall'Hopi che fara' raggiungereal mezzo una velocita' superioreai 135 km orari.
Negli anni successivi il Criterium Monomarca Aspes da' possibilita a piloti come Reggiani, Gresini e Tardozzi di emergere.
L'avventura Aspes termina all'inizio degli anni 80, quando transita sotto il marchio Unimoto che la mantiene viva sino al 1986 grazie agli sforzi del cavalier Augelli che nel frattempo ne e' diventato l'Amministratore di riferimento.
Dopo 27 anni la Merzaghi Motors di Varese annuncia l'acquisto del marchio Aspes e si ripropone il rilancio della casa che fu di Gallarate.
Noi, appassionati del marchio, aspettiamo con fiducia di rivedere i motorini Aspes per le strade e fuoristrada italiani, magari con uno stiling tipico della nostalgia anni 70, cosi' come proposto dai meravigliosi disegni di Oberdan Bezzi.
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